Al genere Dendrobium appartengono specie originarie di tutta l’Asia orientale, dal Pacifico all’Himalaya, Australia e Nuova Zelanda.
È sicuramente uno dei generi più numeroso della famiglia delle orchidee comprendendo più di 900 specie che vivono in habitat molto differenti fra loro: a livello del mare e fino a 3500 m di altitudine, alcune in regioni a clima temperato altre dove la temperatura e l’umidità è costante durante tutto l’anno, altre nei climi tropicali. Questo fatto comporta che si ha Dendrobium con esigenze colturali, forma e dimensioni molto diverse fra loro: abbiamo Dendrobium di dimensioni molto piccole di 3-4 cm e Dendrobium molto grandi lunghi parecchi metri con forme e colori diverse che rendono questa specie unica e insostituibile per gli ama delle orchidee.
Tutto questo è complicato dal fatto che esistono sul mercato numerosissimi ibridi e conseguentemente tantissimi tipi di Dendrobium.
La morfologia tra i Dendrobium è molto diversa tra loro, troviamo infatti specie con foglie sempreverdi e altre con foglie caduche, alcune provviste di singole foglie, altre riunite a gruppi.
Una caratteristica che hanno in comune i diversi gruppi è quella di formare dei keiki (foto a lato) sia all’altezza dei nodi che alla base dello stelo che altro non sono che una nuova piantina di orchidea che una volta sufficientemente grande, può essere staccata dalla pianta madre ed essere rinvasata autonomamente.
In linea generale per capire come coltivare i Dendrobium teniamo presente che sono piante che hanno un periodo vegetativo molto rapido vale a dire sviluppano molto in fretta le parti verdi e le radici, per impiegare invece molto più tempo per la fioritura e la produzione dei semi. Questa situazione è dettata dal fatto che il riposo vegetativo corrisponde in natura con le stagioni meno favorevoli al loro sviluppo, vale a dire freddo e asciutto, condizioni nelle quali la pianta non potrebbe sopravvivere se non entrando appunto in riposo e utilizzando durante questo periodo le riserve immagazzinate negli pseudobulbi durante la fase di pieno sviluppo. In natura questo periodo sfavorevole è più lungo dei periodi favorevoli, per tale motivo hanno questo ciclo particolare.
Considerando che sono piante dagli habitat più diversi è impossibile fare delle generalizzazioni sulle loro tecniche colturali. Per questo motivo alcuni dividono i Dendrobium in sei gruppi e per ciascuno vengono descritti gli ambienti tipici di coltivazione.
PRIMO GRUPPO
In questo gruppo vengono considerati i Dendrobium a foglia decidua e di serra fredda che hanno necessità di un periodo di riposo vegetativo.
Ritroviamo le seguenti specie:
Ritroviamo qui il Dendrobium nobile, sicuramente il più famoso tra le specie di questo gruppo.
Sono tutte piante originarie del sud-est asiatico compreso il Nepal, il Bhutan, l’India nord orientale, la Birmania, il Vietman, il Laos e parte del sud-est della Cina, ad altitudini comprese tra i 200 – 1500 m.
Questo gruppo, così come il secondo, ha la particolarità di perdere le foglie durante il periodo secco e di bassa temperatura che in natura coincide con l’inverno. In questo periodo, infatti, non essendoci acqua e temperature sufficienti per crescere, la pianta entra in riposo vegetativo, perde le foglie e quindi risparmia le sue riserve nutritive e vive con le riserve accumulate negli pseudobulbi. Con l’arrivo del caldo e della pioggia ripristina molto velocemente le sue riserve e si prepara alla riproduzione, cioè alla fioritura e alla produzione del seme (non dimentichiamo mai che le piante fioriscono per la propagazione della specie).
Oltre a queste specie esistono anche numerosissimi ibridi ottenuti soprattutto incrociando il Dendrobium nobile x phalenopsis o Dendrobium nobile x Dendrobium bigibbum.
Per queste orchidee il ciclo colturale è particolare ed è valido anche per gli ibridi derivati.
A partire da metà autunno (novembre) e fino a metà inverno (febbraio) vanno tenute come piante da serra fredda con temperature intorno ai 10°C, in un luogo molto luminoso (nei loro ambienti naturali la luce è molto più intensa d’inverno che d’estate) e dando pochissima acqua, giusto il tanto da non farla appassire, nessuna concimazione e un’ottima ventilazione. Per la quantità d’acqua da dare ci si può regolare osservando i fusti: se vediamo che iniziano a raggrinzirsi, bisogna dare un po’ d’acqua, ma molto poca. Tanto più la temperatura è bassa, tanto minore dovrà essere l’acqua.
Non appena si formano le gemme a fiore, che coincide in genere con la primavera, si può fare qualche annaffiatura sino al termine della fioritura. Quando anche l’ultimo fiore sarà caduto, sospendere nuovamente le irrigazioni fino a quando non inizieranno a spuntare le radici dai nuovi getti. A quel punto la pianta va riportata in una zona con temperature più alte e si riprende a irrigare e concimare regolarmente. In questo periodo possono anche essere portate all’aperto. In questo periodo la luce non deve essere troppo intensa.
Per tutta la primavera e fino a metà estate (agosto) le concimazioni devono avere un alto tasso di Azoto nella dose di 1/2 gr/l una volta alla settimana.
Dopo di che da metà estate (agosto) e fino all’autunno si prosegue con concimi a bassissimo titolo l’Azoto e alto titolo di Fosforo e Potassio nella dose di 1/2 gr/l una volta alla settimana.
Questa alternanza di periodi asciutti e freddi con periodi normali e caldi è fondamentale per la fioritura. Infatti, la causa prima della non fioritura di questo gruppo di orchidee è appunto la mancanza di questa alternanza. In sua vece la pianta produrrà dei keiki che altro non sono che nuove piantine che una volta sufficientemente grandi, possono essere staccate dalla pianta madre ed essere rinvasate autonomamente.
Riepilogando, per coltivare con successo i Dendrobium di questo gruppo e i loro ibridi, occorrono due requisiti fondamentali: in primavera
– estate molto caldo, molte concimazioni, umidità costante e luce non troppo intensa a cui segue subito dopo un periodo freddo, secco, niente concimazioni e molta luce fino alla fioritura che avverrà alla fine dell’inverno – inizio della primavera.
Il Dendrobium può stare tranquillamente all’aperto durante la bella stagione ma deve essere abituato molto gradualmente infatti tollera il sole diretto una volta sviluppato all’aperto se acclimatato presto in primavera e se la ventilazione è eccellente.
Per quanto riguarda l’umidità durante l’estate deve essere alta, intorno all’ 80% che va via via ridotta mano mano che ci si avvicina all’inverno al 60% fino a sospenderla del tutto in inverno.
Per quanto riguarda il rinvaso può essere fatto o quando le nuove radici iniziano a svilupparsi o subito dopo la fioritura.
SECONDO GRUPPO
In questo gruppo vengono considerati i Dendrobium a foglia decidua e di serra intermedia che hanno necessità di un periodo di riposo vegetativo.
Questo gruppo, così come il primo, ha la particolarità di perdere le foglie durante il periodo secco e di bassa temperatura che in natura coincide con l’inverno. In questo periodo, infatti, non essendoci acqua e temperature sufficienti per crescere la pianta entra in riposo vegetativo, perde le foglie e quindi risparmia le sue riserve nutritive e vive con le riserve accumulate negli pseudobulbi. Con l’arrivo del caldo e della pioggia ripristina molto velocemente le sue riserve e si prepara alla riproduzione, cioè alla fioritura e alla produzione del seme (non dimentichiamo mai che le piante fioriscono per la propagazione della specie).
Le specie appartenenti a questo gruppo si allevano come quelle del primo gruppo con la sola differenza che le temperature sono costanti tutto l’anno. La notte intorno ai 12-14°C.
Il riposo vegetativo deve essere assicurato a partire dall’autunno e per tutto l’inverno, quando le irrigazioni saranno gradualmente ridotte e alla fine si annaffierà il tanto da non farla appassire e si sospenderanno
del tutto le concimazioni. Quando inizieranno a comparire i boccioli fiorali e saranno ben sviluppati, che coincide con la primavera, si riprendono gradualmente le irrigazioni fino a quando non si vedrà che la pianta si è risvegliata del tutto producendo nuove radici a quel punto si può riprendere ad annaffiare regolarmente e anche a concimare. Durante questo periodo, primavera ed estate, hanno necessità di molta luce e molta aria.
Il riposo vegetativo è fondamentale per avere l’induzione a fiore.
TERZO GRUPPO
In questo gruppo vengono considerati i Dendrobium sempreverdi e di serra intermedia che non hanno necessità di un periodo di riposo vegetativo ma devono sentire il passaggio di stagione.
Ritroviamo le seguenti specie:
Questi Dendrobium, al contrario di quelli appartenenti agli altri due gruppi, non devono essere lasciati asciutti in alcun periodo dell’anno.
Durante l’autunno e l’inverno le irrigazioni vanno diminuite ma non sospese e devono essere sistemati in un luogo fresco con temperature notturne intorno ai 10- 12°C.
In primavera si aumentano gradualmente le irrigazioni e si concima generosamente e le piante si spostano in ambienti più caldi e luminosi e possono essere tranquillamente coltivati come la Cattleya.
QUARTO GRUPPO
In questo gruppo vengono considerati i Dendrobium sempreverdi e di serra intermedia che hanno necessità di un breve periodo di riposo vegetativo.
Ritroviamo le seguenti specie:
Per questi Dendrobium le temperature notturne invernali si aggirano intorno ai 12°C mentre d’estate le temperature notturne devono essere intorno ai 15-16°C. Non sopportano temperature troppo alte o troppo basse.
Anche per questo gruppo di Dendrobium, deve essere previsto un periodo di riposo di circa tre settimane con scarsissime annaffiature e nessuna concimazione. Come iniziano a formarsi i nuovi germogli si riprendono gradualmente le annaffiature e le concimazioni ricordandosi di lasciare sempre asciugare il substrato tra un’annaffiatura e un’altra.
QUINTO GRUPPO
In questo gruppo vengono considerati i Dendrobium sempreverdi e di serra intermedia senza periodo di riposo vegetativo.
Ritroviamo le seguenti specie:
Le orchidee appartenenti a questo gruppo non amano le condizioni estreme, infatti, gradiscono temperatura e umidità non troppo elevate. Hanno necessità di molta luce e una buona ventilazione. Le annaffiature e le concimazioni devono essere regolari durante tutto l’arco dell’anno, al limite si riducono leggermente durante il periodo invernale.
Se in questa circostanza le gemme non fioriscono o cadono prematuramente, bisogna regolare meglio la temperatura notturna aumentandola leggermente.
SESTO GRUPPO
In questo gruppo vengono considerati i Dendrobium sempreverdi e da serra calda senza riposo vegetativo.
Ritroviamo le seguenti specie:
Questo gruppo comprende orchidee molto popolari, infatti, in commercio si trovano numerosissimi ibridi soprattutto di Dendrobium phalaenopsis e di Dendrobium biggibum.
Sono piante originarie delle zone tropicali del sud est dell’Australia, pertanto, sono piante che provengono da zone dove le estati sono calde, molto umide e bagnate mentre gli inverni piuttosto asciutti. Questo inquadramento è importante per capire come allevarle. Infatti, sono piante da serra calda.
Per prima cosa bisogna tenere presente che non vanno in riposo vegetativo, pertanto, vanno annaffiate durante tutto l’anno.
In primavera – estate, che coincide con la fase di crescita attiva vanno annaffiate generosamente e vanno concimate regolarmente usando 1/2 gr/l una volta alla settimana con un titolo alto in Azoto. Le temperature notturne estive devono essere intorno ai 22-25°C e di giorno 28-30°C. In questo periodo vanno nebulizzate regolarmente per cercare di tenere un tasso di umidità intorno al 60-70%. Durante la bella stagione possono essere esposte alla luce solare diretta solo nelle prime ore del mattino ma schermate per il resto del giorno.
Dopo la fioritura le annaffiature vanno ridotte fino alla nuova formazione degli steli fiorali.
Dalla fine dell’estate e fino all’autunno, si usa un concime con più alto titolo di Fosforo e Potassio sempre alla dose di 1/2 gr/l una volta alla settimana.
Dall’autunno e durante l’inverno le annaffiature vanno gradualmente diminuite lasciando quasi asciugare il substrato tra una annaffiatura e un’altra. Bisogna fare molta attenzione a non lasciare raggrinzire troppo gli pseudobulbi in quanto la successiva ripresa è abbastanza lenta. Durante questo periodo le concimazioni vanno sospese o perlomeno sensibilmente ridotte in concomitanza con la riduzione delle irrigazioni. Le nebulizzazioni vanno fatte in modo da mantenere l’umidità relativa intorno al 60-70%. Nei loro ambienti naturali la luce è molto più intensa d’inverno che d’estate, pertanto, assicurarsi che durante la stagione invernale possano ricevere molta più luce che d’estate. Le temperature d’inverno di notte intorno ai 12-14°C e di giorno 15-18°C.
Durante tutto l’anno è importante assicurare un’ottima ventilazione.
Il rinvaso si effettua dopo la fioritura o quando la pianta inizia la ripresa vegetativa alla fine dell’inverno – inizio primavera. Essendo piante epifite possono tranquillamente essere allevate su cortecce di sughero.
Ovviamente in queste condizioni le annaffiature e le nebulizzazioni devono essere giornaliere, soprattutto d’estate. Se coltivate in vaso, bisogna avere l’accortezza di usare dei vasi di piccole dimensioni, infatti, non amano i grandi vasi. Quelli che all’apparenza possono sembrare troppo piccoli per la pianta, di solito vanno benissimo. Inoltre, è importante che abbiano un adeguato numero di fori di drenaggio in quanto non amano in alcun modo i ristagni idrici. Come substrato pezzi di sughero e corteccia d’abete vanno bene. Di solito il rinvaso si effettua quando le piante sono diventate troppo grandi per il vaso. Se si decide di dividere la pianta, ricordarsi di lasciare almeno tre pseudobulbi per pianta.
In quasi tutti i Dendrobium appartenenti a questo genere i fiori compaiono nella parte terminale dello stelo fiorale in numero variabile da 5 a 20 e durano da uno a tre mesi.
Una volta che i fiori si sono seccati è preferibile non tagliare lo stelo ma lasciarlo seccare naturalmente. Infatti, da quello stelo possono nascere dei nuovi rami laterali, oppure può rifiorire, oppure può nascere un keiki che altro non è che una nuova piantina che una volta sufficientemente grande, può essere staccata dalla pianta madre ed essere rinvasata autonomamente.
Esistono delle diversità colturali all’interno del gruppo tra il Dendrobium phalaenopsis e il Dendrobium bigibbum, che spesso vengono considerate un’unica specie anche se non lo sono. Il Dendrobium bigibbum è originario di zone molto più vicine all’equatore e pertanto richiede temperature più alte rispetto al Dendrobium phalaenopsis, specialmente d’inverno. Anche morfologicamente sono diversi tra loro: il Dendrobium bigibbum ha i fiori più piccoli e con il labello più grande e arrotondato rispetto al Dendrobium phalaenopsis.
ANNAFFIATURE E UMIDITA’
Bisogna annaffiare al mattino, per consentire alle foglie di asciugarsi prima del sopraggiungere della notte ed evitare in questo modo l’insorgenza di pericolose malattie. Bisogna stare attenti a che l’acqua non ristagni tra gli interstizi delle foglie.
Mantenere un ambiente umido intorno alla pianta è fondamentale. Ora, nelle nostre case non sempre è semplice riuscire a simulare un angolo di foresta tropicale. Per riuscire ad avvicinarsi a questo possiamo posare il vaso che contiene la pianta su un sottovaso (o altro recipiente) nel quale avrete sistemato dell’argilla espansa o della ghiaia nel quale terrete sempre un po’ d’acqua. In questo modo le radici dell’Orchidea non entreranno a contatto con l’acqua che evaporando garantirà un ambiente umido intorno a essa così come spruzzare una volta al giorno le foglie.
Teniamo presente che l’umidità ottimale è diversa a seconda della specie e anche in proporzione alla temperatura: temperature elevate richiederanno maggiore umidità ma in questo caso è fondamentale garantire alla pianta una buona ventilazione per evitare dei pericolosi ristagni idrici che potrebbero provocare l’insorgenza di pericolose patologie.
È buona norma, per la salute di tutte le nostre piante, dotare i termosifoni di umidificatore per non permettere all’aria della stanza di diventare troppo secca.
CONCIMAZIONE
Come tutte le orchidee poiché per lo più si trovano su di un materiale inerte, gli elementi nutritivi devono essere apportati con la concimazione.
I concimi vanno sciolti nell’acqua di irrigazione possibilmente non di rubinetto.
Bagnare bene il substrato prima di procedere con la concimazione per evitare una eccessiva concentrazione salina.
RINVASO
Prima di procedere al rinvaso l’Orchidea va bagnata per bene per rendere le radici più elastiche ed evitare quindi le rotture. Le radici vanno ripulite di tutto il materiale che le rimane attaccato e quelle morte vanno asportate con delle lame o cesoie che avrete prima disinfettato per bene con alcool o varechina, meglio se alla fiamma.
Procedete con grande cautela e cercate di disturbare il meno possibile le radici e attenzione a eliminare solo quelle morte. Ogni superficie di taglio va trattata con polveri fungicide ad ampio spettro che troverete da un buon vivaista.
Prima di procedere al rinvaso, lavare per bene il substrato lasciandolo in immersione per alcuni giorni in acqua in modo da eliminare la polvere presente, togliere le impurità presenti che vanno a finire sul fondo del recipiente e assicurare così una loro perfetta idratazione.
Se le radici al momento della svasatura aderiscono troppo tenacemente al vaso, è opportuno immergere il vaso per circa 30 minuti in acqua appena tiepida. Se questa tecnica non dovesse funzionare, allora tagliate il vaso. Non forzate le radici che potrebbero danneggiarsi.
Abbiate cura che ci sia un po’ di spazio tra i bordi del vaso e le radici per evitare che la stessa situazione si ripresenti l’anno successivo.
Assicuratevi sempre che il contenitore che avete scelto abbia un numero adeguato di fori di drenaggio (diversamente munitevi di attrezzi idonei per aumentarli).
Dopo che l’Orchidea è rinvasata lasciatela a secco e al riparo dalla luce diretta e dagli sbalzi di temperatura per diversi giorni per consentire alle parti tagliate di potersi cicatrizzare e alle radici di adattarsi alla nuova situazione. Una volta che l’attività radicale avrà ripreso, riprendete la normale coltivazione.
Per quanto riguarda il tipo di contenitore scegliete quello che preferite (ce ne sono dei più svariati e qua la vostra fantasia fa da padrona) e se avete scelto una determinata dimensione, bene, compratelo più piccolo. È importante che il contenitore sia stato preventivamente disinfettato o con alcool o con varechina. Sarebbe inoltre opportuno che, se non usate guanti, anche le mani siano ben pulite prima di procedere.